Quando andare dalla psicologa

Iniziare un percorso psicologico

Vi sentite in difficoltà, qualcosa si è bloccato, i pensieri si rincorrono e diventano opprimenti.

Cosa succede? Una situazione lavorativa che genera ansia e incertezza, un rapporto in cui la comunicazione sembra ormai impossibile, una perdita così dolorosa da non riuscire a farsene una ragione. La sensazione di non essere all’altezza del ruolo di genitore, la difficoltà a conciliare le aspirazioni personali e la vita in famiglia, la stanchezza mentale che inizia a ripercuotersi anche sulla salute. 

La consulenza psicologica è un sostegno per comprendere disturbi, dipendenze e paure; è un potente strumento che aiuta a elaborare eventi, situazioni delicate e periodi di stress. L’aiuto professionale è un’occasione di rispecchiamento, alla ricerca del benessere e della serenità: potete migliorare la conoscenza di voi stessi, la consapevolezza dei vostri obiettivi, la comprensione delle relazioni personali.

C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce.

Leonard Cohen

 

Rispondo ai dubbi

Perché andare da un professionista?

Per affrontare difficoltà, situazioni in cui ci si sente bloccati e per conoscere sé stessi. Non ci sono ragioni più o meno importanti per rivolgersi a un professionista e tutti possono avere bisogno di un aiuto. Chiedere un sostegno è un passo importante: quando lo fate state tirando fuori la parte più forte di voi, non la più fragile. State decidendo di cambiare la vostra vita.

 

  • Comprendere e migliorare conflitti emotivi, relazioni interpersonali e familiari, dipendenze affettive, difficoltà di comunicazione.
  • Affrontare la gestione dello stress e delle paure.
  • Elaborare momenti delicati e stressanti della vita: lutti, separazioni, divorzi, maternità, infertilità, menopausa, pensionamento, solitudini.

Come funziona il primo appuntamento?

Chiunque, se maggiorenne, può contattarmi per un primo appuntamento. Quando possibile, preferisco ricevere la richiesta per telefono, in modo da avere la possibilità di accordarci direttamente in base alle reciproche disponibilità. Considerando gli orari di apertura, fisseremo una data e un orario per incontrarci (in studio oppure a distanza, quando necessario).

Poiché la consulenza psicologica è prima di tutto un incontro tra personeper me è molto importante trattare tutte le informazioni (tempi, frequenza, obiettivi, costo) nel corso di questo primo appuntamentoPotremo così chiarire e valutare, da entrambe le parti, l’eventuale decisione di intraprendere un percorso di consulenza e, in caso, mettere a fuoco quale sarà l’obiettivo degli incontri seguenti.

Quale tipo di impegno mi viene richiesto?

Prima di rendere una prestazione professionale, lo psicologo ha l’obbligo di fornire alla persona che lo contatta  una serie di informazioni volte ad acquisire il consenso informato al trattamento sanitario e il consenso informato al trattamento dei dati personali. Entrambi sono strumenti obbligatori molto importanti, pensati proprio per garantire al paziente il massimo della tutela sul piano del contratto terapeutico e del rispetto della Privacy.

La sottoscrizione del consenso informato, senza la quale lo psicologo non può rendere le sue prestazioni, è l’unico impegno che ti verrà richiesto. All’interno di questo documento vengono esplicitati tempi, finalità, modalità di accesso, pagamento e trattamento dei dati e qualsiasi altra informazione indispensabile per poter effettuare una scelta consapevole. Non si tratta solo di un modulo da firmare; il consenso deve essere appunto informato, cioè psicologa e paziente devono avere chiaro cosa stanno andando a fare insieme. Ci prenderemo quindi tutto il tempo necessario per chiarire ogni punto.

Devo prepararmi delle risposte?

No, non è necessario. Anzi, la cosa migliore è recarsi all’appuntamento nel modo più semplice e spontaneo possibile. Nel mio studio, o nel corso di una seduta a distanza, aiuto ogni persona a sentirsi a suo agio e la guido, con delicatezza ed empatia, nell’esprimere le ragioni per cui ha pensato di contattarmi. E’ davvero importante sapere che il colloquio psicologico non è un esame, non ci sono risposte “giuste” e risposte “sbagliate” e nessuno vi giudicherà, minimamente, per quello che direte e per i vostri sentimenti.

Tutto quello che dico è riservato?

Assolutamente sì! 

Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale, in osservanza del Codice deontologico degli psicologi italiani.  Solo in alcuni casi, e cioè qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di altre persone, il professionista valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza.

Quanto dura il percorso?

La durata di un percorso psicologico individuale dipende da più variabili: essendo ogni persona unica, non può essere definita nello stesso modo per tutti. Al termine del primo appuntamento di reciproca conoscenza, sarà possibile avere un’idea più chiara del tipo di richiesta, del trattamento ritenuto opportuno e dei tempi minimi necessari per attuarlo insieme. 

Posso fare alcune sedute anche a distanza?

La consulenza a distanza è un’opzione sempre possibile, molto utilizzata negli ultimi anni. La modalità online è una dimensione diversa dal contatto personale che si stabilisce durante una seduta in studio, nella quale i soggetti coinvolti possono parlarsi e comunicare liberamente pensieri, emozioni, domande e scoperte. Rappresenta uno strumento importante che consente di seguire le persone che, per vari motivi, hanno difficoltà a raggiungere lo studio e nei casi in cui, pur desiderandolo, non hanno possibilità di recarsi dallo psicologo per problemi di salute, disabilità, distanza geografica o altri impedimenti.

Può essere inoltre utile per proseguire un percorso presenziale già iniziato da chi, a causa di un trasferimento, si trova lontano dalla sede del professionista.

Alla pagina consulenza psicologica a distanza potete trovare tutte le informazioni dedicate.

Qual è la differenza con il counselling?

Lo psicologo è un professionista che ha compiuto un lungo percorso formativo e che esercita la professione dopo aver superato l’esame di abilitazione ed essere quindi iscritto presso il Consiglio Regionale degli Psicologi di appartenenza. Lo psicologo in accordo al codice deontologico, che è tenuto a rispettare per legge, aggiorna continuamente la propria formazione.

Al pari della professione medica, lo psicologo abilitato dallo Stato e iscritto all’Ordine esercita una professione con finalità sanitarie cioè di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre alle attività di ricerca e didattica nell’ambito della psicologia.

Lo psicologo quindi è legittimato a compiere interventi che spaziano dalla prevenzione del disagio e la promozione della salute psicologica, alla patologia cioè la cura dei disturbi mentali attraverso terapie psicologiche (da non confondersi con gli interventi psicoterapici riservati agli psicoterapeuti). 

Il counselor è la figura professionale riconosciuta che può essere definita come “agevolatore” nelle relazioni d’aiuto in ambito non patologico. Diversamente dallo psicologo, non è una professione regolamentata dallo Stato, cioè non c’è un ordine professionale che fissa determinati requisiti e/o parametri sia sotto l’aspetto dei percorsi formativi per acquisire il titolo, che possono essere molto diversificati tra loro, sia per stabilire un codice di condotta (codice etico e deontologico) da adottare a garanzia e tutela degli utenti.

So che il primo passo è difficile, io ci sono.

Potete mettervi in contatto per un primo appuntamento di conoscenza, valuteremo insieme i passi successivi: